Una svolta fiscale per le crypto-aziende
La guidance intermedia rilasciata questa settimana dalle autorità fiscali statunitensi rappresenta un sollievo particolare per aziende come MicroStrategy e Coinbase, che hanno costruito parte della loro strategia aziendale sull'accumulo di Bitcoin. MicroStrategy, che detiene la più grande riserva di Bitcoin tra tutte le società quotate in borsa con oltre 640.000 unità, ha comunicato in un documento ufficiale di non aspettarsi più di essere soggetta alla CAMT (Corporate Alternative Minimum Tax) che inizialmente prevedeva di dover pagare nel 2026.
Il nodo della questione risale a una decisione del Financial Accounting Standards Board del dicembre 2023, quando l'organismo ha modificato i requisiti contabili per le criptovalute. Da quel momento, le aziende devono valutare i loro asset digitali al valore di mercato corrente, registrando le variazioni nell'utile netto di ogni periodo di rendicontazione.
Quando la contabilità incontra la fiscalità
Questa modifica contabile ha creato una situazione paradossale: mentre permetteva ad aziende come MicroStrategy di mostrare guadagni carta miliardari sui loro Bitcoin ogni trimestre, le rendeva automaticamente soggette alla tassa minima del 15%. Un meccanismo che avrebbe potuto costringere alcune società a vendere parte delle loro riserve digitali solo per pagare le tasse su profitti mai realizzati.
La protesta di MicroStrategy e Coinbase, presentata all'IRS lo scorso maggio, evidenziava proprio questa contraddizione. Le due aziende sostenevano che essere soggette alla CAMT rappresentava "il risultato non intenzionale di basare la responsabilità fiscale su decisioni di un'organizzazione privata focalizzata su standard contabili, non su principi di tassazione".
Trump e la crypto-friendly policy
La decisione del Dipartimento del Tesoro si inserisce in un quadro più ampio di politiche favorevoli all'industria crypto da parte dell'amministrazione Trump. Il timing della guidance, arrivata proprio mentre Bitcoin flirtava con nuovi record storici dopo il rallentamento di fine settembre, non sembra casuale.
Le azioni delle società crypto-focused stanno registrando guadagni settimanali a doppia cifra, beneficiando sia dell'aumento dei prezzi delle criptovalute sia di questa chiarificazione fiscale. È importante notare che le aziende dovranno comunque pagare tasse sulle criptovalute effettivamente vendute, ma non più sui guadagni puramente contabili.
Per il mercato italiano, abituato a una regolamentazione crypto ancora in evoluzione, la mossa americana rappresenta un precedente significativo su come conciliare innovazione finanziaria e compliance fiscale, un equilibrio che anche l'Europa sta cercando di definire con il prossimo regolamento MiCA.