Il mercato delle corporate treasury Bitcoin affronta uno stress test cruciale: Strategy, il più grande holder istituzionale di Bitcoin (BTC) al mondo, ha visto il suo mNAV scivolare sotto quota 1 per la prima volta da quando ha iniziato ad accumulare la criptovaluta. Mentre il prezzo di Bitcoin ha rotto al ribasso i 90.000 dollari questa settimana, trascinando nel rosso praticamente tutti gli investitori entrati nel 2025, l'azienda guidata da Michael Saylor si trova in una zona di valutazione che gli analisti considerano insostenibile nel medio termine. Il caso Strategy rappresenta un banco di prova fondamentale per l'intero modello delle Bitcoin treasury corporate, un trend che ha visto sempre più aziende convertire i propri bilanci in BTC negli ultimi anni.
Il crollo del mNAV (multiple to net asset value) sotto l'unità significa che il mercato ora valuta Strategy meno del valore totale dei Bitcoin che detiene. In altre parole, gli investitori ritengono che acquistare BTC direttamente sia più conveniente che comprare azioni della società. Questo indicatore è critico per le Bitcoin treasury company: quando l'mNAV supera 1, l'azienda può raccogliere capitale vendendo azioni a un premio e acquisire più Bitcoin senza diluire il valore per gli azionisti. Sotto 1, questo meccanismo si inceppa completamente.
Michael Saylor, executive chairman di Strategy e il più visibile evangelista Bitcoin nel mondo corporate, ha reagito con la consueta fermezza alle preoccupazioni del mercato. In un'intervista a Fox, Saylor ha dichiarato che l'azienda "può resistere a un drawdown dell'80-90% e continuare a operare", minimizzando i timori che la posizione sempre più massiccia in Bitcoin possa mettere sotto stress l'intera struttura societaria in caso di ulteriore deterioramento del mercato.
L'argomentazione di Saylor si basa su una prospettiva di lungo periodo: Bitcoin ha attraversato 15 significativi ribassi nei suoi 15 anni di storia, tornando sempre a nuovi massimi storici. Secondo il chairman, le correzioni profonde "ripuliscono la leva finanziaria e le mani deboli" dal mercato, fungendo da meccanismo di riequilibrio naturale. Ha inoltre sottolineato come la volatilità annualizzata di Bitcoin sia scesa dal circa 80% del 2020, quando Strategy ha iniziato i suoi acquisti, all'attuale 50%.
Sul fronte del rischio liquidazione, Saylor ha ribadito che i debiti di Strategy sono strutturati come convertible notes, strumenti che non permettono ai creditori di forzare la vendita dei Bitcoin anche in scenari estremi. "Anche se BTC scendesse a zero," ha affermato, "i prestatori non possono costringerci a liquidare le nostre posizioni". Questa struttura finanziaria rappresenta effettivamente una protezione contro forced selling nel breve termine, ma non risolve il problema della sostenibilità operativa.
Gli analisti che seguono il settore delle Bitcoin treasury companies, tuttavia, avvertono che Saylor sta rispondendo alla domanda sbagliata. Il vero problema non è se i creditori possano forzare vendite, ma se Strategy possa continuare a funzionare con il suo stock che quota sotto il valore degli asset crypto detenuti. Senza la capacità di raccogliere capitale attraverso equity offering a premio, il modello di business dell'accumulazione continua di Bitcoin si blocca strutturalmente.
Il contesto macro non aiuta: Bitcoin ha registrato una flessione significativa dopo aver sfiorato i 100.000 dollari nelle settimane precedenti, con una correzione che ha riportato gli investitori retail e istituzionali entrati nel rally di inizio 2025 in territorio negativo. La volatilità è tornata a colpire il mercato crypto dopo settimane di euforia alimentata dalle aspettative su un'amministrazione Trump più favorevole al settore e dall'approvazione degli ETF spot su Bitcoin.
Strategy ha trasformato radicalmente la propria identità negli ultimi cinque anni, passando da software company a de facto Bitcoin investment vehicle. Con oltre 150.000 BTC in portafoglio secondo gli ultimi dati disponibili, l'azienda detiene più Bitcoin di molti exchange e rappresenta uno degli esperimenti più ambiziosi di corporate treasury allocation in criptovalute. Il caso Strategy è osservato con attenzione dall'intero settore, poiché altre società hanno seguito strategie simili di conversione del bilancio in Bitcoin.
La questione dell'mNAV sotto 1 solleva interrogativi fondamentali sul modello delle Bitcoin treasury corporate. Se il mercato sistema questo pricing gap attraverso un rialzo del prezzo delle azioni o un ulteriore calo di Bitcoin resta da vedere. Per ora, Strategy si trova in una situazione paradossale: detiene più valore in Bitcoin di quanto il mercato attribuisca all'intera società, ma non può monetizzare questo gap senza smantellare la strategia che l'ha resa celebre. Le prossime settimane saranno decisive per capire se la visione ultra-bullish di Saylor resisterà alla prova dei mercati o se anche il più convinto holder istituzionale dovrà fare i conti con la realtà della valutazione.