Il caso della grazia presidenziale concessa da Donald Trump a Changpeng Zhao, fondatore del colosso crypto Binance, continua a generare polemiche e imbarazzo politico negli Stati Uniti. La vicenda solleva interrogativi cruciali sui rapporti sempre più intrecciati tra politica, business delle criptovalute e conflitti di interesse, in un momento in cui il settore cerca disperatamente legittimazione istituzionale dopo anni di battaglie regolatorie.
Trump ha recentemente dichiarato su CBS News durante il programma 60 Minutes di non conoscere personalmente Zhao, nonostante lo scorso mese abbia firmato la grazia che ha cancellato la fedina penale dell'imprenditore cinese-canadese. Una affermazione che ha scatenato ilarità e scetticismo nel panorama mediatico americano, considerando che Binance ha investito 2 miliardi di dollari in World Liberty Financial, l'iniziativa crypto della famiglia Trump lanciata nel 2024.
La condanna originale di CZ, come è noto nella comunità crypto, risale al 2024 quando si è dichiarato colpevole di violazioni delle normative antiriciclaggio. Il fondatore di quello che è stato per anni il più grande exchange centralizzato (CEX) al mondo ha scontato appena quattro mesi di carcere, mentre Binance ha pagato oltre 4 miliardi di dollari in sanzioni alle autorità statunitensi. Zhao personalmente ha versato una multa di 50 milioni di dollari come parte dell'accordo con la giustizia americana.
L'elemento più controverso della vicenda riguarda proprio il tempismo e le circostanze della grazia. Secondo quanto emerso, Zhao aveva assunto lobbisti specificamente per convincere Trump a concedergli il perdono presidenziale, mentre simultaneamente Binance pompava miliardi nel progetto crypto della famiglia presidenziale. Un intreccio di interessi che mette in discussione l'indipendenza delle decisioni dell'amministrazione Trump in materia di regolamentazione del settore.
Durante un acceso dibattito su CNN NewsNight, lo stratega repubblicano Scott Jennings ha tentato di difendere Trump sostenendo che il presidente probabilmente non conosceva Zhao "personalmente". La giustificazione ha scatenato le risate degli altri panelisti, tra cui il deputato della Florida Jared Moskowitz e David Hogg, che hanno ridicolizzato la narrativa con commenti sarcastici come "non c'è niente da vedere qui, ragazzi" e "tutto perfettamente regolare, ovviamente".
Per l'ecosistema crypto, questa vicenda rappresenta un ulteriore colpo alla credibilità del settore nel momento in cui si cerca di costruire un framework regolamentare più maturo. La percezione che figure condannate per violazioni gravi possano ottenere trattamenti preferenziali attraverso investimenti strategici mina gli sforzi di legittimazione dell'industria blockchain presso istituzioni e investitori tradizionali.
Il caso solleva anche questioni più ampie sul futuro della regolamentazione crypto negli Stati Uniti. Con l'amministrazione Trump che ha dimostrato aperture significative verso il settore, molti operatori si chiedono se questo approccio favorevole sia guidato da considerazioni economiche legittime o da conflitti di interesse personali. La SEC e altre autorità regolatorie osservano con attenzione gli sviluppi, mentre il mercato continua a navigare nell'incertezza normativa che caratterizza il panorama americano.
Resta da vedere se questa controversia avrà impatti concreti sulle dinamiche di mercato o sulla posizione di Binance, che dopo aver perso Zhao come CEO mantiene comunque una posizione dominante nel trading crypto globale. Per gli investitori e gli operatori del settore, la vicenda rappresenta un promemoria dei rischi reputazionali e politici che continuano ad affliggere anche i progetti più consolidati dell'ecosistema blockchain.