Il crollo del Bitcoin (BTC) sotto la soglia psicologica dei 100.000 dollari segna un momento di svolta per i mercati crypto, con il principale asset digitale che ha toccato un minimo intraday di 99.110 dollari mercoledì, prima di un timido recupero. La discesa del 21% dal picco di ottobre si inserisce in un più ampio sell-off dei mercati finanziari globali, dove anche l'indice S&P 500 e l'oro hanno ceduto rispettivamente il 3% e il 10% dai loro massimi. La capitalizzazione totale del mercato crypto è precipitata a 3.440 miliardi di dollari, il livello più basso degli ultimi quattro mesi, mentre le liquidazioni hanno superato i 2 miliardi di dollari per il secondo giorno consecutivo, segnalando un violento deleverage delle posizioni speculative.
La dinamica alla base di questa turbolenza non è circoscritta al settore delle criptovalute, ma riflette un cambio di paradigma nell'appetito per il rischio a livello globale. Tim Sun, Senior Researcher presso HashKey Group, sottolinea come le obbligazioni siano state l'unica asset class a registrare guadagni significativi, mentre Bitcoin, oro ed equity hanno subito ribassi generalizzati. Questa rotazione verso asset difensivi rappresenta un chiaro segnale di risk-off che penalizza particolarmente gli asset denominati in dollari.
Il rafforzamento del dollaro americano emerge come principale catalizzatore del ribasso secondo Jiehan Chen, Operations Onboarding Lead Analyst presso Schroders. La correlazione inversa tra la valuta statunitense e gli asset crypto si è manifestata con particolare forza, amplificata da segnali preoccupanti nei mercati dei finanziamenti a breve termine. Sun evidenzia l'allargamento degli spread e l'aumento dell'utilizzo della Standing Repo Facility della Fed, mentre il conto del Tesoro USA ha superato 1.000 miliardi di dollari, drenando liquidità dal sistema.
Il shutdown del governo federale americano, che sul mercato di previsione Myriad ha il 98,7% di probabilità di diventare il più lungo della storia statunitense, sta ulteriormente esacerbando l'incertezza e l'avversione al rischio. Derek Lim, Head of Research presso Caladan, conferma che la stretta liquidità sta amplificando significativamente la portata del sell-off in corso, creando un circolo vizioso che penalizza particolarmente gli asset più volatili come le criptovalute.
Nonostante il sentiment negativo, i dati on-chain offrono una prospettiva più articolata sulla situazione. L'analista verificato di CryptoQuant, XWIN Research, classifica il ribasso sotto quota 100.000 dollari come primariamente guidato dal sentiment, con il Fear & Greed Index crollato a 21 punti. Tuttavia, i fondamentali della rete Bitcoin rimangono solidi, con l'hash rate vicino ai massimi storici e ben 10,7 miliardi di dollari in stablecoin affluiti su Binance, rappresentando potenziale "dry powder" per acquisti futuri.
La piattaforma di analytics on-chain Santiment ha rilevato che, nonostante la discesa sotto i 100.000 dollari, i dati social indicano che molti investitori continuano ad acquistare sui ribassi con fiducia, suggerendo una base di holder di lungo periodo ancora resiliente. Questa divergenza tra sentiment di breve termine e comportamento on-chain potrebbe indicare un'opportunità di accumulo per chi ha orizzonti temporali estesi.
Sul fronte dei livelli tecnici cruciali, Ryan Yoon, Senior Research Analyst presso Tiger Research, si aspetta che Bitcoin tenga il supporto a 98.000 dollari e mantiene un target di lungo termine a 200.000 dollari. Tim Sun identifica invece negli 85.000 dollari un'area di supporto critica nello scenario peggiore, rappresentando un potenziale drawdown del 15% dai livelli attuali. Il prossimo movimento dipenderà dall'evoluzione delle condizioni di liquidità globale e dalla risoluzione dello stallo politico a Washington, fattori che continueranno a dominare il sentiment di mercato nelle prossime settimane.