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Binance accusata di aver facilitato attacchi terroristici

Tempo di lettura 6 min
Valentina Romano
Di Valentina Romano
Binance accusata di aver facilitato attacchi terroristici

Il colosso delle criptovalute Binance si trova al centro di una battaglia legale senza precedenti che potrebbe ridefinire la responsabilità degli exchange rispetto al finanziamento del terrorismo. Una class action federale da 306 querelanti americani accusa la piattaforma di aver facilitato trasferimenti per centinaia di milioni di dollari verso organizzazioni terroristiche designate dagli Stati Uniti, contribuendo agli attacchi di Hamas del 7 ottobre 2023 in Israele che causarono circa 1.200 morti e oltre 250 ostaggi. L'azione legale, depositata presso il tribunale distrettuale del North Dakota, rappresenta un test cruciale per l'intero settore crypto sulla linea sottile tra decentralizzazione finanziaria e compliance alle normative antiterrorismo.

Secondo l'atto di citazione di 284 pagine, Binance avrebbe trasferito l'equivalente di oltre 1 miliardo di dollari da e verso wallet controllati da organizzazioni come Hamas, Hezbollah, Jihad Islamica Palestinese e Corpo delle Guardie Rivoluzionarie Islamiche tra il 2021 e il 2023. La cifra contrasta drammaticamente con i poco più di 2.000 dollari in transazioni legate a Hamas precedentemente divulgati dal governo federale nel 2023, suggerendo una sottostima sistematica del fenomeno.

L'accusa più grave riguarda la presunta politica deliberata di non monitoraggio dei flussi in entrata verso questi gruppi. Il documento sostiene che quando specifici account venivano designati o soggetti a ordini di sequestro, Binance permetteva agli utenti di spostare gli asset su altri account della piattaforma, vanificando di fatto qualsiasi blocco. Una pratica che gli avvocati dei querelanti definiscono "facilitazione di crimini finanziari su scala industriale", incompatibile con le responsabilità di un intermediario finanziario regolamentato.

La questione tocca un nervo scoperto dell'industria crypto: il delicato equilibrio tra la natura pseudonima delle blockchain pubbliche e gli obblighi KYC/AML (Know Your Customer/Anti-Money Laundering) che le autorità di regolamentazione impongono con crescente insistenza. Mentre piattaforme decentralizzate come gli exchange DEX operano senza intermediari, i CEX come Binance sono tenuti a standard di compliance paragonabili a quelli bancari tradizionali, specialmente dopo l'approvazione del regolamento MiCA in Europa.

Binance avrebbe trasferito oltre 1 miliardo di dollari verso wallet controllati da organizzazioni terroristiche, una cifra 500.000 volte superiore a quanto precedentemente divulgato dal governo USA

L'analisi forense condotta dai querelanti identifica una rete complessa di account Binance con presunti collegamenti terroristici distribuiti geograficamente da Gaza al Venezuela, dal Libano fino al North Dakota, dove un account connesso a Hamas sarebbe stato accessato più volte da una piccola città vicino Fargo. Il tracciamento include money exchanger a Gaza, operazioni di contrabbando d'oro in Sud America legate a Hezbollah e presunti imprenditori venezuelani che muovevano milioni per conto di organizzazioni terroristiche mediorientali.

La causa prende di mira non solo Binance Holdings Limited, ma anche il suo fondatore e ex CEO Changpeng Zhao (CZ) e Guangying Chen, identificato come "de facto chief financial officer" dell'exchange. Zhao, che a novembre 2023 si è dichiarato colpevole di violazioni del Bank Secrecy Act e ha scontato quattro mesi di prigione federale prima di ricevere la grazia presidenziale da Donald Trump a gennaio, resta figura controversa nel panorama crypto globale.

Un portavoce di Binance ha dichiarato a Jewish Insider che l'azienda "rispetta pienamente le leggi sulle sanzioni riconosciute internazionalmente, coerentemente con altre istituzioni finanziarie", citando dichiarazioni dei vertici del FinCEN e dell'OFAC secondo cui le criptovalute non sarebbero ampiamente utilizzate dai terroristi di Hamas. Una posizione che contrasta nettamente con le evidenze presentate nella causa, che documenta transazioni on-chain analizzate attraverso tool di blockchain forensics.

Il caso solleva interrogativi sulla reale trasparenza della blockchain come deterrente per attività illecite. Mentre i sostenitori della tecnologia spesso citano la tracciabilità delle transazioni come vantaggio rispetto al contante, la pseudonimia degli indirizzi wallet e la possibilità di utilizzare mixing service o chain-hopping tra diverse blockchain rendono il tracciamento complesso senza sofisticati strumenti analitici. Gli exchange centralizzati, in teoria, dovrebbero rappresentare i punti di controllo dove identificare gli utenti, ma l'efficacia dipende dall'effettiva implementazione delle procedure di verifica.

Nel novembre 2023, Binance ha patteggiato con il Dipartimento di Giustizia USA pagando oltre 4 miliardi di dollari in sanzioni per violazioni di norme antiriciclaggio e sanzioni economiche. All'epoca, l'accordo era stato considerato una svolta verso la normalizzazione del settore, ma il nuovo contenzioso civile sostiene che "non vi è indicazione che Binance abbia significativamente alterato il suo core business model" da allora.

La vicenda si inserisce in un contesto più ampio di scrutinio regolamentare sugli exchange crypto. In Europa, il regolamento MiCA (Markets in Crypto-Assets) impone dal 2024 requisiti stringenti di licensing e compliance, mentre la SEC americana continua la sua battaglia giurisdizionale con numerose piattaforme. La causa contro Binance potrebbe stabilire precedenti importanti sulla responsabilità civile degli exchange per l'uso illecito dei loro servizi, andando oltre le sanzioni amministrative e penali.

Tra i 306 querelanti figurano le famiglie di Hersh Goldberg-Polin, ostaggio israelo-americano ucciso da Hamas a Gaza, Itay Chen, soldato IDF il cui corpo è stato restituito a Israele questo mese, e Yechiel Leiter, attuale ambasciatore israeliano negli Stati Uniti. Gary Osen, l'avvocato che rappresenta i querelanti e specializzato in casi di terrorismo civile, ha dichiarato che uno degli obiettivi è "gettare luce pubblica sui modi specifici in cui la piattaforma Binance è stata utilizzata da Iran, Hezbollah e Hamas per finanziare il terrorismo".

Il collegamento tra Binance e l'amministrazione Trump aggiunge un ulteriore livello di complessità politica. Nel maggio 2024, l'exchange ha partecipato a un accordo commerciale da 2 miliardi di dollari con World Liberty Financial, società crypto fondata dalle famiglie di Trump e Steve Witkoff, attuale inviato speciale del presidente. La grazia presidenziale concessa a CZ a gennaio ha sollevato interrogativi sui conflitti d'interesse nell'applicazione delle normative crypto.

Per l'industria delle criptovalute, il caso rappresenta un momento di resa dei conti sulla promessa di un sistema finanziario più trasparente e inclusivo. Se da un lato la tecnologia blockchain offre effettivamente strumenti di tracciabilità superiori al sistema bancario tradizionale, dall'altro l'implementazione pratica delle salvaguardie dipende dalla volontà degli operatori di mercato. La causa sostiene che Binance abbia deliberatamente scelto di non implementare controlli adeguati per massimizzare volumi e profitti, privilegiando la crescita rispetto alla compliance.

Gli sviluppi del procedimento potrebbero influenzare significativamente il panorama regolamentare globale. Se i querelanti riuscissero a dimostrare che Binance ha consapevolmente facilitato il finanziamento del terrorismo su "scala industriale", potrebbero aprirsi le porte a ulteriori azioni legali contro altri exchange e a un inasprimento delle normative. Per gli investitori retail europei, già soggetti alle tutele del MiCA, la vicenda sottolinea l'importanza di utilizzare piattaforme con solide credenziali di compliance e trasparenza operativa, evitando exchange con track record problematici in materia di antiriciclaggio.

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