Il mercato degli ETF Bitcoin sta attraversando una fase di turbolenza che riflette la crescente avversione al rischio degli investitori istituzionali. L'iShares Bitcoin Trust (IBIT), uno dei veicoli d'investimento più popolari per l'esposizione a BTC, ha registrato un calo del 4,89% negli ultimi cinque giorni, con Bitcoin (BTC) che è scivolato sotto la soglia psicologica dei 100.000 dollari dopo settimane di consolidamento. Il prezzo della principale criptovaluta è ora a 98.578 dollari, in calo del 3,03% nelle ultime 24 ore, segnando ufficialmente l'ingresso in territorio bear market con una correzione del 22% dal massimo storico di oltre 126.000 dollari raggiunto a inizio ottobre.
L'analisi tecnica di TipRanks evidenzia un sentiment decisamente negativo su IBIT, con un consenso "Strong Sell" basato su 14 rating ribassisti, 5 neutrali e solo 3 rialzisti. Questo dato tecnico riflette la cautela del mercato verso gli strumenti di investimento crypto quotati, che soffrono della doppia pressione di una correzione di Bitcoin e di un più ampio risk-off sui mercati azionari, in particolare sul comparto tecnologico. Il sell-off coordinato tra azioni tech e asset digitali suggerisce che Bitcoin stia ancora comportandosi come un asset di rischio correlato all'equity piuttosto che come store of value indipendente.
L'attività degli investitori retail su IBIT mostra dinamiche interessanti: secondo il monitoraggio di oltre 827.000 investitori nell'ultimo trimestre, il sentiment è neutro rispetto alla media di settore. La fascia demografica più attiva nell'accumulazione risulta essere quella tra i 35 e i 55 anni, tradizionalmente più avversa al rischio rispetto ai millennial. Attualmente l'1,9% di tutti i portafogli monitorati include posizioni in IBIT, un dato che testimonia la crescente ma ancora limitata penetrazione degli ETF Bitcoin tra gli investitori mainstream.
Nella sessione di trading odierna, IBIT ha ceduto il 3% scambiando a 55,86 dollari, in perfetto allineamento con il movimento del sottostante. La correlazione stretta tra il prezzo dell'ETF e quello di Bitcoin conferma l'efficienza di questi veicoli nel replicare l'andamento dell'asset digitale, ma espone anche gli investitori alla volatilità caratteristica del mercato crypto. Il fatto che BTC abbia stazionato appena sopra i 100.000 dollari per due settimane prima di cedere suggerisce che questa soglia rappresenti un'area di resistenza significativa dove si concentrano ordini di vendita.
Nonostante il sentiment ribassista sui mercati, emergono segnali positivi dal fronte dell'adozione istituzionale sovrana. La banca centrale della Repubblica Ceca ha annunciato l'acquisto di un "portafoglio di test" di asset digitali per un valore di 1 milione di dollari, composto principalmente da Bitcoin, che verrà sperimentato nei prossimi anni come primo passo verso una strategia di allocazione crypto. Questa mossa, seppur simbolica per l'importo contenuto, rappresenta un precedente significativo nell'adozione di Bitcoin da parte di istituzioni monetarie europee, in un contesto dove la maggior parte delle banche centrali si è finora limitata a esplorare le CBDC senza considerare l'allocazione in criptovalute di mercato.
La pressione ribassista su Bitcoin e sugli ETF collegati potrebbe intensificarsi se i mercati azionari dovessero continuare a correggere, considerando la correlazione ancora elevata tra questi asset class. Gli investitori dovranno monitorare attentamente il livello di supporto a 95.000 dollari: una rottura decisa al ribasso potrebbe innescare ulteriori liquidazioni e spingere BTC verso area 85.000-90.000 dollari, dove si trovano livelli di supporto tecnico più solidi. Al contrario, un recupero oltre i 102.000 dollari potrebbe segnalare che la fase di consolidamento è terminata e riaprire la strada verso nuovi massimi.