Il mercato delle criptovalute continua a essere un campo minato per gli investitori alle prime armi, con cifre che parlano chiaro: oltre 1,8 milioni di progetti crypto sono collassati solo nel primo trimestre del 2025, secondo i dati di CoinGecko. In questo contesto di elevata volatilità e rischio sistemico, la strategia più prudente per chi vuole iniziare con un capitale limitato – parliamo di appena 100 dollari – rimane quella di concentrarsi sulle due blockchain più capitalizzate e testate del settore. Bitcoin (BTC) ed Ethereum (ETH) rappresentano infatti oltre il 60% dell'intero market cap crypto, offrendo un livello di sicurezza e track record che nessun altro asset digitale può vantare.
La dominance di Bitcoin sul mercato resta schiacciante: con una capitalizzazione di 1,8 trilioni di dollari, la prima criptovaluta per importanza rappresenta quasi il 60% dell'intero settore al 6 dicembre. Questa posizione dominante non è casuale, ma riflette il ruolo consolidato di BTC come store of value digitale, un vero e proprio "oro digitale" riconosciuto sia dagli investitori retail che da quelli istituzionali. La narrativa del Bitcoin come bene rifugio digitale si è rafforzata nel tempo, rendendolo il punto di ingresso naturale per chi vuole esporsi agli asset digitali senza incorrere nei rischi tipici dei progetti più speculativi.
Ethereum (ETH), dal canto suo, domina un segmento completamente diverso ma altrettanto strategico: quello delle applicazioni decentralizzate. La blockchain di Vitalik Buterin alimenta la maggior parte dell'ecosistema DeFi e delle stablecoin, due dei casi d'uso più concreti della tecnologia blockchain. I numeri sono eloquenti: dei 121 miliardi di dollari di Total Value Locked nell'intero comparto DeFi, ben 70 miliardi (il 64%) risiedono su Ethereum, secondo DefiLlama. Questo dominio tecnologico si traduce in una posizione di mercato difficilmente scalfibile nel breve-medio termine.
Per chi dispone di un capitale iniziale limitato, la strategia suggerita dagli analisti è quella di diversificare equamente tra i due asset, optando per una ripartizione 50-50, oppure per una distribuzione 60-40 a favore della criptovaluta ritenuta più promettente secondo il proprio profilo di rischio. Questa allocazione consente di bilanciare l'esposizione tra la narrazione store-of-value di Bitcoin e quella utility-driven di Ethereum, coprendo i due pilastri fondamentali del settore.
La longevità è un fattore critico nel mondo crypto, dove la maggior parte dei progetti attraversa brevi fasi di hype seguite da declini prolungati o fallimenti completi. Bitcoin ed Ethereum hanno entrambi superato il traguardo dei dieci anni di operatività, dimostrando una resilienza che li distingue nettamente dal resto del mercato. Questa persistenza temporale rappresenta una forma di validazione del mercato che nessun whitepaper o roadmap può replicare.
L'approccio graduale all'accumulo resta fondamentale in un mercato caratterizzato da oscillazioni di prezzo a doppia cifra percentuale anche nell'arco di poche ore. Iniziare con cifre contenute e incrementare progressivamente le posizioni consente di mediare il prezzo di carico e ridurre l'impatto emotivo delle inevitabili correzioni. Questa strategia di dollar-cost averaging si rivela particolarmente efficace per gli investitori retail che non dispongono di capitali significativi da allocare in un'unica soluzione.
Va sottolineato come nessuna criptovaluta possa essere considerata un investimento sicuro in senso assoluto. Il mercato crypto rimane altamente speculativo e soggetto a dinamiche che esulano dall'analisi fondamentale tradizionale. Tuttavia, la scelta di limitarsi a BTC ed ETH riduce significativamente l'esposizione ai rischi specifici dei progetti emergenti, come rug pull, problemi di governance, vulnerabilità degli smart contract o semplicemente mancanza di adozione. Per chi muove i primi passi nel settore, evitare l'attrazione fatale delle small cap promettenti rappresenta una forma di disciplina che può fare la differenza tra preservare il capitale e vedere evaporare l'investimento nei numerosi progetti destinati all'oblio.