Il mondo crypto si trova al centro di una controversia politica che mescola pardons presidenziali, possibili conflitti d'interesse e il posizionamento degli Stati Uniti come hub globale per le criptovalute. Un'intervista di Donald Trump a 60 Minutes, registrata a Mar-a-Lago venerdì scorso, conteneva uno scambio teso proprio sulla grazia concessa a Changpeng "CZ" Zhao, fondatore dell'exchange Binance, che non è mai andato in onda nelle versioni video distribuite dalla CBS. Il caso solleva interrogativi sui legami tra la famiglia Trump e il settore crypto, in particolare attraverso World Liberty Financial, il progetto DeFi presidenziale che secondo il Wall Street Journal avrebbe stretto un accordo da 2 miliardi di dollari proprio con CZ.
La vicenda ruota attorno al pardon concesso a Zhao, rilasciato dal carcere a settembre dopo aver ammesso violazioni legate al riciclaggio di denaro durante la sua gestione di Binance. Trump ha dichiarato apertamente di non sapere chi sia CZ, definendo la sua condanna a quattro mesi "una caccia alle streghe di Biden". Tuttavia, quando la giornalista Norah O'Donnell ha sollevato la questione del "pay for play" e dell'apparenza di corruzione data dal pardon a un magnate crypto con presunti legami commerciali alla famiglia presidenziale, l'intervista ha preso una piega diversa.
Secondo la trascrizione completa pubblicata sul sito di 60 Minutes Overtime, Trump ha mostrato frustrazione quando O'Donnell ha insistito sulla questione etica. "Non voglio che tu faccia questa domanda. Ma ti ho lasciato farla", ha risposto il presidente, secondo il verbatim CBS. Invece di affrontare direttamente le preoccupazioni sulla corruzione, Trump ha deviato verso una difesa del posizionamento americano nel settore crypto, sostenendo che gli Stati Uniti siano "numero uno nel crypto nel mondo intero" grazie alla sua presidenza.
Il nodo centrale riguarda World Liberty Financial, il venture crypto della famiglia Trump che opera nel segmento DeFi. L'accordo da 2 miliardi con CZ, se confermato, rappresenterebbe uno dei deal più sostanziosi nel panorama delle partnership tra progetti decentralizzati ed exchange centralizzati. World Liberty Financial ha negato qualsiasi coinvolgimento nel pardon, ma la tempistica e i legami commerciali alimentano speculazioni sulla trasparenza delle relazioni tra politica e crypto business.
La scelta editoriale di CBS di tagliare questo passaggio dalle versioni video solleva ulteriori interrogativi. Mentre la rete ha rilasciato una versione "estesa" da 73 minuti online, presentata come integrale, lo scambio specifico sul pardon crypto appare solo nella trascrizione scritta. Un'editor's note su YouTube specifica che il materiale è stato "condensato per chiarezza", ma l'assenza di questo contenuto sensibile dalle versioni video contrasta con la presenza di altri momenti conflittuali dell'intervista.
Per il settore crypto, la questione va oltre la politica americana. La retorica di Trump sul mantenere la leadership USA nel crypto riflette una competizione geopolitica reale, con nazioni come Singapore, Emirati Arabi e paradossalmente la stessa Cina che sviluppano framework normativi per attrarre progetti blockchain. Il pardon di CZ, figura controversa ma indubbiamente influente nell'ecosistema crypto globale, segnala un approccio pro-industry che potrebbe accelerare l'adozione mainstream ma solleva legittime preoccupazioni sulla governance.
L'intervista ha anche toccato un precedente legale significativo: la vittoria di Trump in una causa da 16 milioni di dollari contro Paramount, casa madre di CBS, per presunta manipolazione editoriale di un'intervista a Kamala Harris. Come parte dell'accordo per la fusione da 8 miliardi con Skydance, Paramount ha accettato di pubblicare trascrizioni complete delle interviste ai candidati presidenziali dopo la messa in onda, una policy che ha reso visibile proprio lo scambio censurato sul crypto pardon.
Per gli investitori e gli operatori del settore, la vicenda evidenzia come il crypto si stia consolidando come tema politico mainstream, con implicazioni dirette sulle policy e sulla regolamentazione. La posizione aggressivamente pro-crypto dell'amministrazione Trump potrebbe favorire l'innovazione ma rischia di minare la credibilità del settore se percepita come strumento di favoritismi. L'Europa, con il framework MiCA già operativo, osserva con attenzione questa commistione americana tra business crypto e potere politico, rafforzando l'approccio normativo che privilegia trasparenza e tutela degli investitori rispetto alla deregulation competitiva.