Il mercato delle criptovalute si prepara a un potenziale cambio di paradigma per XRP (XRP), con analisti e operatori di settore che scrutano i movimenti della Securities and Exchange Commission (SEC) statunitense in attesa dell'approvazione di un exchange-traded fund (ETF) spot sul token di Ripple. La questione non è più se l'adozione istituzionale arriverà, ma quando e con quale intensità, in uno scenario che potrebbe ridefinire completamente la valutazione dell'asset entro il 2026. L'infrastruttura normativa e tecnologica sembra ormai pronta, mentre gli asset manager tradizionali si posizionano strategicamente per cavalcare quella che molti definiscono una delle opportunità più significative nella storia recente del comparto crypto.
La corsa verso l'approvazione di un ETF spot su XRP ha subito un'accelerazione marcata negli ultimi mesi, con Bitwise e altri gestori patrimoniali di primo piano che hanno già depositato le loro richieste presso la Depository Trust & Clearing Corporation (DTCC). L'inserimento dei prodotti nella sezione "pre-launch" della DTCC segnala che l'infrastruttura operativa è sostanzialmente completa e necessita solo del via libera finale del regolatore. Questo rappresenta un netto contrasto rispetto alle battaglie normative degli anni precedenti, quando Ripple si trovava nel mirino della SEC per la controversa classificazione di XRP come security.
L'approvazione di un veicolo d'investimento regolamentato su XRP aprirebbe le porte a quella liquidità istituzionale che finora è rimasta in gran parte ai margini del mercato del token. A differenza degli investitori retail, i fondi pensione, le tesorerie aziendali e i family office necessitano di strumenti conformi alle normative federali per allocare capitale significativo. Un ETF spot eliminerebbe le frizioni operative legate alla custodia diretta, alle problematiche di sicurezza dei wallet e alle complessità fiscali, rendendo XRP accessibile attraverso i tradizionali canali di brokeraggio.
L'analista di mercato noto come Skipper ha recentemente delineato uno scenario in cui l'ETF su XRP potrebbe rappresentare uno dei momenti più significativi nella storia delle criptovalute. La sua tesi si basa su una caratteristica fondamentale del protocollo: il token burn automatico che accompagna ogni operazione sul ledger. Questo meccanismo deflazionistico, combinato con un'eventuale domanda istituzionale massiccia, creerebbe una dinamica di scarsità progressiva che non trova paralleli diretti nel panorama crypto tradizionale. Mentre Bitcoin mantiene un'offerta fissa di 21 milioni di unità, XRP vede la sua disponibilità ridursi organicamente con l'aumento dell'utilizzo.
Il contesto si arricchisce ulteriormente considerando l'ecosistema che Ripple sta costruendo attorno a XRP Ledger. Lo stablecoin RLUSD ha registrato volumi di transazione superiori a 500 milioni di dollari nei primi sei mesi di operatività, con una crescita del 64% che lo posiziona come la seconda stablecoin a più rapida espansione a livello globale. Questa traiettoria suggerisce che Ripple non si limita a promuovere un singolo asset digitale, ma sta effettivamente costruendo un'infrastruttura finanziaria multi-strato progettata per i pagamenti transfrontalieri e il settlement in tempo reale.
L'elemento cruciale sottolineato dagli analisti è che Ripple non aveva necessità tecniche di sviluppare RLUSD per operare nei pagamenti cross-border: l'azienda già gestiva flussi significativi attraverso XRP e altre stablecoin esistenti. La decisione strategica di lanciare un proprio stablecoin rivela un'ambizione più ampia: posizionarsi come fornitore completo di rails finanziari per il ventunesimo secolo, dove XRP fungerebbe da bridge currency e RLUSD da strumento di stabilità per le transazioni commerciali quotidiane.
Traducendo questi fattori qualitativi in metriche quantitative, la matematica di mercato diventa particolarmente interessante. Con XRP attualmente scambiato attorno a 2,34 dollari, un portafoglio di 1.000 token vale circa 2.340 dollari. Un afflusso istituzionale ipotetico di 1 miliardo di dollari assorbirebbe approssimativamente 400 milioni di XRP dall'offerta circolante. Se la domanda istituzionale dovesse scalare a livelli multi-miliardari — scenario non implausibile considerando i flussi osservati negli ETF su Bitcoin ed Ethereum — la compressione della liquidità disponibile sui mercati spot potrebbe generare espansioni proporzionali della capitalizzazione di mercato.
La relazione è matematicamente diretta: un raddoppio della market cap comporterebbe un raddoppio del valore di quel portafoglio da 1.000 XRP, portandolo a 4.680 dollari; un triplo della capitalizzazione lo spingerebbe a 7.020 dollari. Questi non sono obiettivi di prezzo ma semplici proiezioni meccaniche basate sulla dinamica domanda-offerta, che diventano realistiche solo se si materializzano flussi istituzionali paragonabili a quelli visti per Bitcoin dopo l'approvazione degli ETF spot all'inizio del 2024.
Il contesto regolamentare europeo aggiunge un ulteriore livello di complessità. Con l'implementazione del Markets in Crypto-Assets (MiCA) nell'Unione Europea, gli emittenti di crypto-asset e i fornitori di servizi devono conformarsi a standard rigorosi di trasparenza e protezione degli investitori. Ripple ha dimostrato proattività nel dialogare con i regolatori europei, posizionandosi favorevolmente per operare in questo nuovo quadro normativo. L'eventuale approvazione di un ETF su XRP negli Stati Uniti potrebbe catalizzare analoghi sviluppi in Europa, moltiplicando i canali di accesso per investitori istituzionali e retail.
La narrativa bullish su XRP non è priva di rischi e sfide. La centralizzazione percepita — con Ripple Labs che detiene ancora una porzione significativa dell'offerta totale — rimane un punto critico per molti puristi crypto. La dipendenza dal successo commerciale di RippleNet e dall'adozione da parte di istituzioni finanziarie tradizionali introduce variabili esterne che non caratterizzano protocolli più decentralizzati. Inoltre, la volatilità intrinseca dei mercati crypto significa che proiezioni basate su espansioni lineari della capitalizzazione raramente si realizzano senza correzioni significative lungo il percorso.
Guardando al 2026, il valore di XRP dipenderà dalla convergenza di tre fattori critici: la tempistica e l'ampiezza dell'approvazione di prodotti ETF regolamentati, la profondità effettiva della domanda istituzionale che ne conseguirà, e la capacità di Ripple di espandere l'utilizzo reale del token e del suo ecosistema oltre la speculazione finanziaria. Se questi elementi si allineeranno favorevolmente, il token potrebbe transitare da crypto-asset di medio livello a componente mainstream dell'infrastruttura finanziaria globale, con implicazioni valoriali proporzionate a questa trasformazione di ruolo.