I detentori di lungo termine hanno liquidato una quota rilevante delle loro posizioni, riducendo l'esposizione del 34% nell'arco di appena due settimane. Questo fenomeno emerge chiaramente dall'analisi del Hodler Net Position Change, un indicatore che misura i movimenti netti dei possessori storici: le posizioni sono scese da 163,7 milioni a 107,8 milioni di token. Si tratta di una rotazione patrimoniale evidente, innescata dalle oscillazioni di metà ottobre che hanno scosso il comparto delle valute digitali.
Nonostante questa fuga degli investitori consolidati, il mercato dei futures sta mostrando segni di ripresa inattesi. L'open interest, ovvero il volume totale dei contratti derivati aperti, è risalito a 1,36 miliardi di dollari dopo il crollo del fine settimana. Secondo gli operatori professionali, questo rimbalzo potrebbe segnalare l'inizio di un posizionamento tattico in vista delle speculazioni legate agli ETF di fine trimestre e in previsione di un possibile allentamento delle politiche macroeconomiche.
L'analisi tecnica della giornata evidenzia una volatilità intraday del 7%, con il prezzo che ha oscillato in una banda di 16 centesimi tra 2,31 e 2,47 dollari. La fase più critica si è concentrata tra le 14:00 e le 20:00, quando XRP ha subito un crollo dell'8% passando da 2,44 a 2,29 dollari, prima di recuperare parzialmente in chiusura della sessione americana. I rimbalzi ad alto volume sopra la soglia dei 2,31 dollari hanno confermato una domanda spot robusta, con algoritmi di trading impostati per acquistare durante le fasi di debolezza.
La resistenza rimane ferma nella zona dei 2,47 dollari, dove ripetuti tentativi di sfondamento sono stati respinti da pressioni di vendita persistenti. L'ultima ora di contrattazioni, dalle 04:34 alle 05:33, ha mostrato un consolidamento attorno ai 2,35-2,36 dollari con picchi di volume pari a 1,6 milioni: un pattern tipico delle fasi di riaccumulo controllato che seguono le liquidazioni forzate sui mercati dei derivati.
Dal punto di vista strutturale, il prezzo si sta stabilizzando all'interno di un canale compreso tra 2,31 e 2,47 dollari, con il pivot a 2,35 dollari che funge da ancora di breve periodo. I cluster di volume concentrati attorno a questa zona indicano un'accumulazione istituzionale nonostante il tono generale avverso al rischio. Un superamento netto della resistenza a 2,47 dollari invaliderebbe l'impostazione ribassista di breve termine, aprendo la strada verso i 2,55 dollari.
Gli indicatori di momentum rimangono in territorio neutro-ipervenduto, mentre i tassi di finanziamento sui perpetual swap sono tornati leggermente positivi, segnale che la copertura delle posizioni corte sta rallentando. Gli esperti prevedono una continuazione della fase di consolidamento irregolare fino a quando il rischio macroeconomico non si attenuerà o fino all'accelerazione dei flussi legati agli ETF sulle criptovalute.
Tra gli elementi che i trader stanno monitorando con maggiore attenzione figurano innanzitutto la tenuta della zona di supporto tra 2,31 e 2,35 dollari, livelli considerati base difensiva che segnalano l'assorbimento degli acquirenti. Il superamento della resistenza a 2,47 dollari rappresenterebbe il primo segnale di conferma di un'inversione del momentum. Altrettanto rilevanti sono la normalizzazione dell'open interest e dei funding rate, elementi che testimoniano un nuovo aumento della leva finanziaria dopo la liquidazione. Infine, le tempistiche di approvazione degli ETF e i commenti della Federal Reserve costituiscono i catalizzatori principali per la rotazione dei flussi di capitale nel settore crypto durante il quarto trimestre.