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Quattro motivi per cui il mercato crypto non si riprende

Tempo di lettura 4 min
Davide Greco
Di Davide Greco
Quattro motivi per cui il mercato crypto non si riprende

Il mercato crypto continua a deludere le aspettative nonostante una serie di sviluppi apparentemente favorevoli che, secondo la teoria tradizionale, dovrebbero innescare un rally significativo. Il taglio dei tassi di 25 punti base da parte della Federal Reserve statunitense, la fine del Quantitative Tightening, la distensione commerciale tra USA e Cina e persino l'approvazione di un ETF sullo staking di altcoin non sono riusciti a risollevare le quotazioni. L'analista crypto Ted Pillows ha pubblicato un'analisi dettagliata per spiegare questa apparente disconnessione tra notizie positive e performance di mercato deludenti, identificando quattro fattori strutturali che stanno mantenendo il settore sotto pressione.

Il primo e più critico elemento riguarda la liquidità effettiva nel sistema finanziario. Pillows ha sottolineato che l'interruzione del Quantitative Tightening da parte della Fed non equivale automaticamente all'iniezione di nuova liquidità nell'economia. Fermare la riduzione del bilancio significa semplicemente smettere di drenare liquidità, non pomparne di nuova. Le criptovalute, per natura, richiedono flussi sostenuti di capitale fresco per alimentare movimenti rialzisti significativi, e questa condizione semplicemente non si è ancora materializzata.

L'analista aveva precedentemente evidenziato come il mercato degli altcoin necessitasse di una vera e propria iniezione di liquidità, possibile attraverso due scenari: l'avvio di un nuovo ciclo di Quantitative Easing da parte della Federal Reserve oppure il rilascio di liquidità dal Treasury General Account nell'economia reale. Considerando l'attuale contesto macroeconomico e le posizioni della banca centrale americana, il primo scenario appare improbabile nel breve termine, lasciando il mercato in una condizione di attesa prolungata.

La dominanza delle stablecoin a livelli elevati rivela una strategia difensiva sia degli investitori retail che istituzionali, preferendo attendere segnali più chiari piuttosto che rientrare in un mercato ancora incerto

Il secondo fattore critico riguarda il sentiment di mercato e la propensione al rischio, che rimangono depressi nonostante le notizie apparentemente positive. La dominanza delle stablecoin si mantiene su livelli elevati, segnalando che sia gli investitori retail che quelli istituzionali stanno adottando un approccio estremamente cauto. Il capitale esiste all'interno dell'ecosistema crypto, ma rimane parcheggiato in asset stabili in attesa di condizioni più favorevoli per il dispiegamento.

Le recenti ondate di liquidazioni hanno ulteriormente prosciugato il mercato dei derivati e spot. Al 4 novembre, l'ecosistema degli asset digitali ha registrato liquidazioni per 1,33 miliardi di dollari, con Bitcoin (BTC), Ethereum (ETH), Dogecoin (DOGE) e XRP in testa alle perdite. Questo evento ha drasticamente ridotto la leva finanziaria disponibile sui mercati, limitando la capacità degli operatori di amplificare i movimenti al rialzo anche in presenza di catalizzatori positivi.

Parallelamente, gli ETF su Bitcoin ed Ethereum hanno registrato deflussi significativi, contraddicendo le aspettative che l'approvazione di nuovi prodotti finanziari basati su crypto potesse stimolare l'ingresso di capitali istituzionali. Questo fenomeno riflette una cautela più ampia degli investitori tradizionali, che nonostante l'accesso semplificato tramite strumenti regolamentati, preferiscono rimanere alla finestra.

Il contesto macroeconomico globale rappresenta il quarto elemento di freno secondo l'analisi di Pillows. Le persistenti tensioni geopolitiche e le incertezze economiche creano un ambiente di volatilità strutturale che neutralizza l'impatto positivo dei singoli eventi favorevoli. Le fluttuazioni nei dati economici e le aspettative contrastanti sulle future mosse delle banche centrali mantengono gli investitori in uno stato di allerta, impedendo la formazione di un momentum sostenuto.

Particolarmente significativo è il fatto che l'ottobre 2024 si sia chiuso in territorio negativo per il mercato crypto, interrompendo una striscia positiva di sette anni per quello che tradizionalmente viene definito "Uptober" dalla comunità. Questo ribaltamento di una tendenza storica consolidata sottolinea la profondità dei problemi strutturali attualmente in atto, che vanno ben oltre la normale volatilità ciclica del settore.

Le implicazioni per gli investitori sono chiare: nonostante un quadro apparentemente favorevole di notizie macro, il mercato crypto rimane strutturalmente debole a causa della mancanza di liquidità fresca, sentiment depresso, effetti residui delle liquidazioni e incertezze macroeconomiche persistenti. La ripresa richiederà probabilmente un cambiamento più sostanziale nelle condizioni di liquidità globale o un catalizzatore specifico del settore crypto sufficientemente potente da superare questi venti contrari strutturali.

Disclaimer

I contenuti di CoinLabs sono forniti esclusivamente a scopo informativo ed educativo e non costituiscono in alcun modo consulenza finanziaria o raccomandazioni di investimento; il mercato delle criptovalute comporta rischi significativi e si consiglia di consultare un consulente finanziario qualificato prima di prendere qualsiasi decisione di investimento.